Disciplina dei rapporti attivi sopravvenuti nell’ambito di società estinte.

La Corte di Cassazione, con sentenza n. 18250 del 26 agosto 2014, è tornata sul tema degli effetti che la cancellazione di una società dal registro delle imprese produce sulla ripartizione di eventuali rapporti attivi pendenti ma non contemplati in sede di liquidazione, o perché trascurati, o perché sconosciuti in quel momento. La Suprema Corte, sulla base dell’estendibilità a tutte le società (cooperative comprese) dei criteri fissati inizialmente dalle Sezioni Unite soltanto per le società di capitali, ha stabilito che non può essere riaperta la procedura di liquidazione per i crediti divenuti esigibili soltanto dopo l’estinzione della società cooperativa. Come noto inoltre rimane valido il principio secondo il quale la […]

Concordato preventivo e fallimento: sentenza S.U. n. 9935/15, principio di prevalenza.

Le Sezioni Unite tornano sul rapporto tra concordato preventivo e fallimento con la sentenza n. 9935 del 15 maggio 2015 secondo le Sezioni Unite non può dichiararsi il fallimento fino a che non si chiude la procedura di concordato preventivo per «chiusura» si intende non già il definitivo esaurimento della procedura «minore» bensì – la sua «prima definizione» negativa, ovvero la dichiarazione di inammissibilità della proposta di concordato, con la sua mancata approvazione, con la revoca dell’ammissione alla procedura ovvero, ancora, col diniego di omologazione (artt. 162, 179, 173 e 180, l. fall.). Il principio di prevalenza fissa, un ordine tra decisioni e non tra procedimenti e, cioè, scandisce una […]

Mancato versamento di contributi, il dissesto non salva l’amministratore.

Il Tribunale di Bari, con la sentenza 10 novembre 2014 n. 2706, ha stabilito che l’imprenditore per giustificare il mancato versamento dei contributi con l’assenza di liquidità aziendale deve provare in primo luogo che la crisi di liquidità non è a lui imputabile ed in secondo luogo che non vi è nessun altro modo per fare fronte alle obbligazioni assistenziali e previdenziali. Nel caso di specie il dissesto e la mancanza di liquidità era dovuta alla cattiva gestione dell’azienda da parte dell’imprenditore.

Dichiarazione di fallimento è revocata implicitamente se ricorrente è ammesso al concordato preventivo

La dichiarazione di fallimento di cui all’art. 173 l. f. è implicitamente revocata, quando la parte ricorrente è ammessa alla procedura di concordato preventivo. Tribunale di Rovigo causa n. 17/2014 R.G. Conc. Prev l’autorità giudiziaria ha ammesso la società ricorrente alla procedura di concordato preventivo, per l’effetto ha revocato il procedimento di cui all’art. 173 l.f. introdotto in precedenza.La ricorrente però ha docuto dichiarare di aver restituito le somme indebitamente versate attraverso finanza esterna, annullando gli effetti pregiudizievoli per i creditori. La revoca della dichiarazione del fallimento nel corso della procedura di cui all’art. 173 l.f., si è determinata stante la’esiguità degli importi versati e la pronta ricostituzione della provvista, […]

Se l’imprenditore non ha svolto attività nell’anno l’accertamento fiscale è nullo

La Cassazione in una recente sentenza statuisce che l’accertamento fiscale e attività in nero presunta tramite le movimentazioni bancarie in entrata e in uscita è nullo se l’azienda è stata inattiva. La presunzione di esercizio di reddito sottratto alla tassazione, viene correttamente e giustamente superata dalla prova che, nell’anno l’impresa non ha mai appunto svolto attività.