Disciplina dei rapporti attivi sopravvenuti nell’ambito di società estinte.

La Corte di Cassazione, con sentenza n. 18250 del 26 agosto 2014, è tornata sul tema degli effetti che la cancellazione di una società dal registro delle imprese produce sulla ripartizione di eventuali rapporti attivi pendenti ma non contemplati in sede di liquidazione, o perché trascurati, o perché sconosciuti in quel momento. La Suprema Corte, sulla base dell’estendibilità a tutte le società (cooperative comprese) dei criteri fissati inizialmente dalle Sezioni Unite soltanto per le società di capitali, ha stabilito che non può essere riaperta la procedura di liquidazione per i crediti divenuti esigibili soltanto dopo l’estinzione della società cooperativa. Come noto inoltre rimane valido il principio secondo il quale la […]

Rigetto dell’istanza di fallimento e risarcimento danni ex art. 96 c.p.c.

Cass., Sez. III Civile, 11 settembre 2014, n. 19149 Con la sentenza in esame la Suprema Corte ribadisce l’orientamento secondo cui il giudice prefallimentare che ha deciso negativamente in ordine al ricorso del creditore – ex art. 6 l.f.. – ha competenza funzionale ed inderogabile non solo sul rimborso delle spese processuali, ma anche sul risarcimento dei danni da responsabilità aggravata a norma dell’art. 96 c.p.c. La ratio di tale impostazione, già percorsa dal giudice di legittimità in diverse pronunce (tra le altre, Cass. Civ., sez. I, sentenza 28 febbraio 2000, n. 2216), risiede nel rispetto del principio sancito dall’art. 111 Cost. che vieta interpretazioni delle norme processuali volte a […]

Se azienda cede intero ramo a newco per eludere i creditori, si determina abuso di diritto

Nel caso in cui l’azienda cessionaria ponga in essere operazioni societarie esclusivamente finalizzate all’elusione della pretesa del creditore, questa può essere chiamata a rispondere dei debiti dell’azienda ceduta in forza della teoria dell’abuso del diritto. Così ha stabilito il Tribunale di Reggio Emilia nella sentenza del 16 giugno 2015, n. 964, nello specifico un creditore prima di ottenere il titolo esecutivo nei confronti della società debitrice vedeva quest’ultima cedere tutti i suoi rami d’azienda ad altra società in nome collettivo avente quasi la stessa compagine sociale, la srl debitrice veniva così messa in liquidazione e cessata dal registro delle imprese. A questo punto la società creditrice aggrediva con atto di […]

Concordato preventivo e fallimento: sentenza S.U. n. 9935/15, principio di prevalenza.

Le Sezioni Unite tornano sul rapporto tra concordato preventivo e fallimento con la sentenza n. 9935 del 15 maggio 2015 secondo le Sezioni Unite non può dichiararsi il fallimento fino a che non si chiude la procedura di concordato preventivo per «chiusura» si intende non già il definitivo esaurimento della procedura «minore» bensì – la sua «prima definizione» negativa, ovvero la dichiarazione di inammissibilità della proposta di concordato, con la sua mancata approvazione, con la revoca dell’ammissione alla procedura ovvero, ancora, col diniego di omologazione (artt. 162, 179, 173 e 180, l. fall.). Il principio di prevalenza fissa, un ordine tra decisioni e non tra procedimenti e, cioè, scandisce una […]

Revocatoria ordinaria più agevole per il curatore

L’articolo 66 l.fall. ripropone, in ambito fallimentare, la revocatoria ordinaria codicistica. L’unica differenza fra la revocatoria L.F. , ex articolo 66 e la revocatoria ex articolo 2901 cod. civ. e’ l’ambito di efficacia: la prima, esercitata dal curatore, giova a tutti i creditori, la seconda giova soltanto al creditore che ha esercitato l’azione. Ma le caratteristiche dell’azione sono le medesime, trattandosi dello stesso istituto trasposto in un diverso settore dell’ordinamento. Ragion per cui in tema di revocatoria ordinaria, il curatore non è gravato dalla prova della conoscenza da parte del terzo dello stato di insolvenza del debitore, come avviene in caso di revocatoria fallimentare L.F. , ex articolo 67; e’ […]

L’accomandatario è sempre resposabile anche se cambia ruolo.

Il socio accomandatario della sas laddove divenga socio accomandante resta illimitatamente responsabile dei debiti contratti dalla società durante il periodo in cui egli ricopriva il ruolo di socio accomandatario. Viceversa colui che assume la qualifica di socio accomandatario diviene illimitatamente responsabile per tutti i debiti contratti dalla società, ivi inclusi quelli sorti anteriormente all’assunzione della qualità di accomandatario. Tribunale di Milano sentenza n. 8800 del 17 luglio 2015.

REVOCA DELL’AMMINISTRATORE DI S.R.L. IN ASSENZA DI GIUSTA CAUSA

I soci di una s.r.l. con almeno 1/3 del capitale hanno il potere di convocare direttamente l’assemblea per la revocabilità in ogni tempo degli amministratori anche in assenza di giusta causa, siano essi a tempo determinato o indeterminato. Questi ultimi, però, in mancanza di giusta causa, hanno diritto ad un congruo preavviso, la cui omissione determina l’obbligo per la società di risarcire il danno loro cagionato.La revoca senza giusta causa di un amministratore di diritto che, in fatto, non abbia alcuna attività di amministrazione, non comporta per la società alcun obbligo di risarcimento del danno verso il revocato.

AZIONE DI RESPONSABILITÀ ESERCITATA NEI CONFRONTI DI AMMINISTRATORI E SINDACI PER RICORSO ABUSIVO AL CREDITO BANCARIO.

L’amministratore che, occulta la situazione di crisi e di insolvenza della società alterando documenti contabili, per ricorrere al credito bancario aggravando il passivo patrimoniale è fonte di responsabilità ex artt. 2392-2394 cc. Il danno si configura nelle somme che la società deve restituire alle banche finanziatrici in termini di spese, commissioni e interessi corrispettivi e di mora. Il ricorso abusivo al credito da parte degli amministratori è titolo di responsabilità anche per i sindaci se omettono di azionare gli strumenti di tutela loro consentiti dall’ordinamento (artt. 2403 bis, 2406 e 2409 c.c.). In caso di leasing per beni estranei all’attività tipica d’impresa si determina una responsabilità per gli amministratori, e […]

VIOLAZIONE DELL’ART. 2486 C.C. RESPONSABILITÀ DEGLI AMMINISTRATORI DI S.R.L.

La prosecuzione dell’ordinaria attività d’impresa da parte degli amministratori di s.r.l. è illegittima ex art. 2486 c.c., qualora dal bilancio emerga la integrale perdita del capitale sociale e i soci non pongano rimedio al deficit patrimoniale della società. Il danno risarcibile nelle azioni di responsabilità per illegittima e prolungata prosecuzione dell’attività d’impresa dopo la perdita integrale del capitale sociale, in caso di omessa o irregolare tenuta della contabilità, deve determinarsi in via equitativa applicando il metodo della differenza dei c.d. netti patrimoniali. La nomina ad amministratore formale è titolo sufficiente a rendere applicabili le norme che prevedono obblighi e responsabilità per gli amministratori di società di capitali. Colui che eserciti […]